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Sanità degli animali allevati

Nel campo della sanità animale sono stati raggiunti obiettivi di buon consolidamento dei livelli ordinari di attività in tutti i settori d’intervento. La situazione sanitaria del patrimonio zootecnico regionale, in forza dei piani di eradicazione e di sorveglianza messi in atto da anni, può essere considerata sotto controllo, pur permanendo in alcune parti del territorio situazioni critiche relativamente alla lotta ed eradicazione di alcune malattie.

Tutte le azioni e attività messe in campo sono conformi alla nuova strategia per la salute degli animali dell’Unione europea (2007-2013): “Prevenire è meglio che curare”, che ha fissato alcuni obiettivi ambiziosi per migliorare la salute degli animali.

Gli obiettivi della strategia, sono:

  • assicurare un livello elevato di salute pubblica riducendo l’incidenza di rischi biologici e chimici per l’uomo
  • promuovere la salute degli animali con la prevenzione/riduzione dell’incidenza delle malattie degli animali
  • sostenere, l’allevamento e l’economia rurale
  • migliorare la crescita economica/coesione/competitività garantendo la libera circolazione delle merci e movimenti proporzionati per gli animali
  • promuovere le pratiche di allevamento e il benessere degli animali per prevenire i pericoli collegati alla salute degli animali e minimizzare l’impatto ambientale .

Pertanto, la strategia si avvale del principio secondo cui i controlli non devono essere più concentrati sul prodotto finale, ma distribuiti lungo tutto il processo di produzione, con una visione complessiva “dai campi alla tavola”.

Per la gestione delle attività, sono stati messi a punto appositi sistemi informativi sia nazionali (portale VETINFO del Ministero della Salute) che regionali (SIEV – Sistema Informativo per l’Epidemiologia Veterinaria) che hanno contribuito a gestire le informazioni epidemiologiche e a migliorare il sistema di raccolta dati provenienti dal territorio.

Per tutelare la salute dell’uomo, attraverso un capillare lavoro sul mondo animale, è necessario garantire la salvaguardia del patrimonio zootecnico, la salute degli animali attraverso la prevenzione, il controllo e l’eradicazione delle malattie che possono interessarli.

L'utilizzo non corretto degli antibiotici in medicina veterinaria può seriamente compromettere la salute degli animali sia d'allevamento che d'affezione, favorendo la diffusione di batteri resistenti nello stesso ambiente condiviso con l'uomo.

Le pubblicazioni ad uso degli operatori, nell’ambito delle «misure di contrasto all’antimicrobico resistenza» del Piano della Prevenzione della Regione Lazio 2021-2025, sono a cura di un gruppo di lavoro composto da medici veterinari ed esperti della comunicazione.
 

 

Tale salvaguardia è svolta mediante l’attuazione di programmi di sorveglianza che permettano sia di individuare rapidamente l’introduzione di nuovi agenti patogeni, ma anche di garantirne l’assenza su tutto o parte del territorio nazionale.

programmi di monitoraggio ed eradicazione, d’altro canto, hanno lo scopo di monitorare e, progressivamente, eliminare le malattie animali presenti in alcuni territori, anche con caratteristiche endemiche. A tal fine, vengono svolte diverse attività, come l’esecuzione di esami diagnostici, individuazione e smaltimento degli animali infetti e/o sieropositivi, operazioni di pulizia e disinfezione degli allevamenti, concessione di indennizzi agli allevatori e, ove disponibile, la vaccinazione protettiva.

Nel caso di individuazione di una malattia infettiva degli animali, con caratteristiche altamente contagiose e diffusive, si applicano le misure di controllo, previste dalle norme comunitarie e nazionali e regolamentate in piani di emergenza e manuali operativi, con lo scopo di fronteggiarne rapidamente il decorso e limitarne la diffusione, per poi ripristinare lo stato di indennità, proteggere l’ambiente e limitare l’impatto economico.

Nel caso d’insorgenza di una malattia animale e conseguente applicazione delle misure di controllo, lo Stato italiano con la Legge 218/1988 ha stabilito la possibilità di indennizzare i danni diretti ed indiretti ricadenti sulle attività di allevamento zootecnico.

Alcune malattie animali rivestono particolare importanza, non solo perché estremamente diffusibili o rischiose per la salute pubblica, ma anche perché in grado di determinare danni economici a causa delle restrizioni imposte alla commercializzazione, sia degli animali vivi che dei prodotti di origine animale provenienti dalle zone colpite.

L’individuazione di queste malattie implica l'applicazione di un insieme di misure finalizzate al loro controllo ed eradicazione, come l'obbligo di abbattimento e distruzione degli animali presenti negli allevamenti colpiti, l'istituzione di particolari zone dove viene limitata o impedita la movimentazione degli animali, l'effettuazione di specifiche prove diagnostiche, nonché l'eventuale trattamento o distruzione di prodotti di origine animale.

Afta epizootica

  • Brucellosi bovina e ovicaprina
  • Encefalopatie spongiformi trasmissibili
    • BSE (bovine spongiform encephalopathy)
    • Scrapie
  • Febbre catarrale degli ovini - Blue Tongue
  • Influenza aviaria
  • Leucosi bovina enzootica
  • Malattie delle api
  • Malattie degli equini
  • Malattia di Newcastle
  • Malattia vescicolare del suino
  • Peste suina classica
  • Peste suina africana
  • Salmonellosi
  • Tubercolosi bovina
  • West nile disease

L’anagrafe zootecnica è uno strumento di fondamentale importanza per la sorveglianza epidemiologica, la sicurezza alimentare e, nel suo complesso, la stessa sanità pubblica. Per tali motivi, il sistema di gestione dell’anagrafi zootecniche, a partire da quella dei bovini, ha imposto un considerevole investimento in termini di risorse umane, tecnologiche e finanziarie per dare adeguate risposte sia a tutti gli operatori della filiera zootecnica che al mondo dei consumatori. Il percorso è stato intrapreso sin dal 1996 con il recepimento nell’ordinamento giuridico nazionale, attraverso il Decreto del Presidente della Repubblica 317/96, della direttiva 92/102/CEE che prevede l’istituzione di sistemi d’identificazione e registrazione degli animali.

Attualmente del D.P.R. 317/96 sono ancora in vigore gli articoli 1, 2 e 10; in particolare l’articolo 1 stabilisce la procedura di registrazione  per l’inizio dell’attività di un azienda zootecnica che è comune per tutte le attività zootecniche: “Il responsabile legale dell’azienda entro venti giorni dall’inizio dell’attività, richiede l’attribuzione del codice di identificazione aziendale al Servizio veterinario competente per territorio”.
Il Servizio veterinario provvede a registrare in BDN le informazioni relative all’azienda -  codice aziendale, indirizzo e la sua georeferenziazione, orientamento produttivo e tecnica produttiva - previa l’acquisizione di una serie di informazioni rilasciate dal richiedente, quali:

  • denominazione o ragione sociale; il nome, l’indirizzo ed il  codice fiscale  del proprietario degli animali o del  detentore delle strutture zootecniche;
  • tipo di struttura zootecnica: allevamento; stalla di sosta; fiera e mercato; centro di   raccolta, punto di sosta, centro genetico;
  • nome e indirizzo e codice fiscale del detentore degli animali;
  • specie animale allevata.

I sistemi di identificazione e registrazione degli animali delle specie zootecniche, o anagrafi zootecniche, hanno i seguenti obiettivi:

  • garantire la tracciabilità e la rintracciabilità degli animali e dei loro prodotti;
  • garantire la tutela della salute pubblica e del patrimonio zootecnico (costituzione di reti di epidemiosorveglianza);
  • rappresentare la fonte di informazioni essenziale per la programmazione e l’esecuzione dei controlli in materia di identificazione degli animali;
  • assicurare l’erogazione ed il controllo dei regimi di aiuto comunitari;
  • fornire il necessario supporto per la trasmissione di informazioni ai consumatori.

Data di aggiornamento/verifica: 05/02/2024

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