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La geodiversità

Il Lazio è caratterizzato da un’estrema variabilità litologica che deriva da una storia evolutiva complessa e che si traduce in un paesaggio geologico ricco in geodiversità. Nella regione si individuano affioramenti diversificati sia dal punto di vista litologico (con l’esclusione delle magmatiti intrusive) sia paleontologico e mineralogico, sedimentologico e giaciturale.  Da questo deriva una particolare ed articolata geodiversità idreogeologica, grazie alla compresenza di acquiferi carbonatici e vulcanici, mentre l’assetto strutturale presenta numerose peculiarità, legate soprattutto alla strutturazione della catena appenninica ma anche alla tettonica distensiva postorogenica. A questa fase si ascrivono i grandi distretti vulcanici pleistocenici che caratterizzano una parte cospicua del territorio regionale.

Non ultimo, in termini di importanza, il contributo dato dal territorio regionale alla comprensione delle complesse dinamiche evolutive relativamente alle nuove luci che i diversi siti di interesse paleontologico stanno dando alla rilettura della paleogeografia giurassico-cretacica: siti che testimoniano la presenza dei dinosauri. È inoltre noto l’apporto di conoscenze dato dall’area romana, dalla valle del Sacco-Liri e dal litorale pontino (Monte Circeo e settore costiero delle catene degli Aurunci – Ausoni) alla lettura del Pleistocene e della preistoria umana con i famosi rinvenimenti, tra gli altri, di Saccopastore, del Circeo (soprattutto Grotta Guattari) e di Ceprano.      

La geodiversità, quindi, definisce un Patrimonio geologico vario e prezioso, che merita senza dubbio di essere conservato. Il Patrimonio geologico può essere considerato come la somma dei geositi presenti in un dato territorio, intendendo come geositi tutti quei luoghi in cui si manifesta con particolare evidenza un episodio della storia della Terra, testimoniato in modo chiaro attraverso la lettura delle formazioni localmente osservabili.

La prima forma di tutela del patrimonio geologico è avvenuta nell’ambito della normativa sulla tutela dei beni culturali e delle bellezze naturali, dove i geositi sono stati considerati come beni culturali a carattere geologico e ricompresi nel testo unico in materia di beni culturali e ambientali, D.lgs 22/01/2004 n.42 “Codice dei Beni Culturali e del Paesaggio”. Il primo censimento regionale dei geositi, avviato nel 1988 dal CRD – Centro di Documentazione Regionale - della Regione Lazio in collaborazione con l’ENEA, è stato effettuato proprio per tali finalità di conservazione. Con la promulgazione di una normativa organica sulle aree protette (la legge quadro nazionale in materia, Legge 6 dicembre 1991 n.394) il patrimonio geologico è stato finalmente considerato come una componente del patrimonio naturale, un passaggio importante che vede, una volta per tutte, il superamento del concetto di “bellezza paesaggistica” verso il riconoscimento di una valenza insita negli aspetti scientifici del bene geologico.

Nel 2002 è stata costituita la Banca Dati dei Geositi del Lazio, secondo le previsioni del Documento Tecnico per l’adeguamento dello schema di Piano Regionale dei Parchi e delle Riserve Naturali, approvato con Delibera di Giunta Regionale n. 1100/2002. Negli anni a seguire è stata implementata la banca dati, parzialmente pubblicata dapprima nell’atlante “Le grotte del Lazio” e successivamente nell’atlante “La Geodiversità del Lazio”. Nel 2006 viene varato il Documento Strategico sulla Geodiversità 2006-2008, comprendente un insieme organico di attività legate alla promozione dei Geositi e della Geodiversità regionale. Per meglio indirizzare le azioni di tutela e valorizzazione del Patrimonio Geologico, concentrandole sui siti di maggiore significatività, l’Agenzia Regionale Parchi (attualmente soppressa), ha predisposto un modello di valutazione del Geosito finalizzato all’attribuzione di un valore numerico che esprima il Valore Intrinseco del sito geologico considerato sotto molteplici punti di vista.

Applicando il modello di valutazione del Geosito alla Banca Dati dei Geositi del Lazio, è stata ottenuta la "Rete dei Geositi del Lazio" che li organizza in tre livelli di valenza geologica: alta, media e bassa. Il modello di valutazione del geosito è consultabile in: “La conservazione del patrimonio geologico del Lazio”. I geositi classificati a valenza geologica alta sono stati approvati come "siti geologici di importanza regionale". La Delibera di Giunta Regionale n. 859 del 13.11.2009, conseguente ai lavori svolti da un apposito Nucleo di Valutazione dei Geositi istituito dalla Direzione Ambiente della Regione Lazio, approva i 70 siti geologici di importanza regionale, indicandoli come siti di reperimento per l’istituzione di Monumenti Naturali (LR 29/97, art. 6) a carattere geologico.

Nel 2015 vengono approvati sia il catasto dei geositi del Lazio, nella sua versione più recente (confluito nel censimento nazionale dei geositi ISPRA), sia l’aggiornamento del Piano delle aree regionali protette per quanto concerne gli aspetti di geodiversità. Quest’ultimo documento, a cui si rimanda per una disamina generale delle attività svolte in questo campo dalla Regione Lazio, è il punto di partenza per la costituzione della Rete regionale per la geodiversità, ancora in via di strutturazione.

La tutela della geodiversità (e più in generale del patrimonio geologico) viene attuata anche attraverso l’individuazione di ulteriori strumenti normativi. Uno di questi è l’istituzione di Monumenti Naturali ai sensi dell’Art. n. 6 della L.R. 29/1997, la legge sulle aree protette della Regione Lazio. L’individuazione di ambiti di particolare interesse anche da un punto di vista geologico, geomorfologico, paleontologico che necessitano, per una migliore tutela, di una forma stringente di tipo vincolistico, possono essere istituiti appunto quali monumenti naturali, tramite specifico Decreto del Presidente della Giunta Regionale. Non ultimo, il riconoscimento e la conseguente perimetrazione di aree di interesse geologico nell’ambito della pianificazione delle aree naturali protette attraverso la redazione dello strumento di Piano del Parco, così da definire aree da sottoporre a regimi di tutela adeguati.

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