La biodiversità
Il Lazio si estende su una superficie di 17.227 km2, con un confine naturale verso occidente definito dalla sua costa tirrenica, con una lunghezza di 235 km; un’altra linea perpendicolare di 130 km collega idealmente la foce del Tevere al crinale dei Monti della Laga, dove con il M. Gorzano 2.458 m si raggiunge la massima altezza. La Regione presenta un’elevata eterogeneità ambientale, dalla fascia costiera marina, alle alte colline dei complessi vulcanici con i loro estesi laghi, le vallate e pianure interne, le montagne prossime alla costa e quelle interne dell’Appennino che spesso conservano ambienti subalpini ed alpini. Questa diversità ambientale è alla base di una ricchezza floristica molto elevata, di 3371 specie (comprendendo anche le specie alloctone che sono 477) tra quelle vascolari (circa il 37 % di quelle stimate in Italia, che sommano a circa 9.200 entità tra specie e sottospecie), e questo determina anche una notevole complessità della vegetazione.
Il Lazio è anche una delle regioni italiane più ricche di specie animali, dovuta a motivi di carattere zoogeografico ed ecologico. La sua posizione geografica, lungo il versante medio-tirrenico della Penisola, ha permesso la coesistenza di specie di diversa origine che la hanno occupata in tempi diversi (ad esempio le specie di provenienza settentrionale durante le glaciazioni del Quaternario). Secondo i dati raccolti nel progetto “Osservatorio sulla Biodiversità del Lazio” nel territorio regionale sono presenti poco meno del 50% delle oltre 56.000 specie italiane, tra invertebrati e vertebrati.
Negli ultimi anni l’Amministrazione si è dotata di alcuni strumenti utili alla conservazione di questo notevole patrimonio di biodiversità, tra questi, ha elaborato una Rete Ecologica Regionale del Lazio (REcoRd Lazio), ha istituito la Rete regionale di monitoraggio dello stato di conservazione degli habitat e delle specie della flora e della fauna di interesse unionale (DGR n.497/2007), organizzata in un centro regionale (Focal point), in centri tematici (Topic center) e in una rete capillare di laboratori territoriali ubicati presso le aree protette regionali. Inoltre si è avvalsa dal 2005 al 2012 del supporto tecnico-scientifico di un Osservatorio Regionale per la Biodiversità del Lazio (OBL; DGR 336/2005) costituito dai diversi specialisti di tutte le università regionali.
Attualmente sono attive alcune reti regionali di monitoraggio su specifici taxa e vengono svolti progetti di conservazione della biodiversità, tra questi di particolare rilievo sono i progetti europei del programma LIFE, tra cui CSMON, Ponderat e ASAP
La Regione Lazio ha promosso, realizzato e contribuito a numerosi studi e piani d’azione a scala regionale e interregionale rivolti al miglioramento delle conoscenze nei settori botanici e zoologici, e all’individuazione di strumenti di conservazione efficaci, tra i più rilevanti: l’atlante della flora vascolare del Lazio, l’atlante degli uccelli nidificanti, l’avifauna acquatica svernante, l’atlante regionale dei mammiferi, l’atlante della fauna alloctona, la carta della biodiversità ittica dei corsi d’acqua, i piani di azione sulla coturnice, la lepre italica, il camoscio appenninico, l’orso bruno marsicano, gli studi sull’entomofauna xilofaga e saproxilica e sugli odonati e efemerotteri nelle aree protette. Tutti questi studi svolti sono consultabili e scaricabili dal sito ParchiLazio dalle sezioni Programmi e progetti e Pubblicazioni.
Le prime disposizioni normative della Regione Lazio in materia di conservazione della biodiversità, ancora vigenti e attualmente in corso di aggiornamento e revisione, riguardano la conservazione della flora erbacea ed arbustiva spontanea (LR 19 settembre 1974, n.61) e la tutela della fauna cosiddetta “minore” (LR 5 aprile 1988, n.18) . Le norme che successivamente hanno tutelato in maniera più organica la biodiversità sono riportate nella sezione Parchi e Natura 2000.
A queste norme specifiche se ne aggiungono altre che seppur non rivolte specificamente alla conservazione della biodiversità, in parte contribuiscono alla gestione del patrimonio faunistico, floristico e vegetazionale. Si citano a questo riguardo le regolamentazioni sul prelievo venatorio attraverso le disposizioni contenute nella LR del 2 maggio 1995, n.17, sul prelievo alieutico, LR 7 dicembre 1990, n.87, sulla gestione delle risorse forestali. LR 28 ottobre 2002, n.39, e i successivi regolamenti attuativi.