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Sanità: presentato a Rebibbia nuovo progetto di telemedicina

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Casa circondariale rebibbia

Migliora l'assistenza dei pazienti negli istituti penitenziari con un servizio tempestivo, basato su sicurezza, presa in carico e continuità assistenziale

Presentato questa mattina dal Presidente della Regione Lazio, Nicola Zingaretti, il progetto “Liberi@mo la salute: Telemedicina negli Istituti Penitenziari”. L’evento si è svolto presso il Teatro del Polo Penitenziario di Rebibbia, alla presenza della Ministra alla Giustizia, Marta Cartabia.

All’evento hanno partecipato Rosella Santoro, Direttore della Casa Circondariale Rebibbia N.C. "Raffaele Cinotti", Giorgio Casati, Direttore Generale ASL Roma 2, Roberto Tartaglia Vice Capo del Dipartimento dell’Amministrazione Penitenziaria, Francesco Gabbrielli, Direttore del Centro Nazionale per la Telemedicina dell’Iss, Carmelo Cantone, Provveditore Amministrazione Penitenziaria, Francesco Rocco Pugliese, Direttore Sanitario ASL Roma 2, Stefano Anastasìa Garante dei diritti dei detenuti Regione Lazio e Maria Antonia Vertaldi, Presidente del tribunale di Sorveglianza di Roma.

Il progetto “Liberi@mo la salute: Telemedicina negli Istituti Penitenziari” ha l’obiettivo di migliorare l’assistenza dei pazienti negli Istituti di pena. Consente di assicurare televisite, teleconsulti, telerefertazione e telemonitoraggio: il medico all’interno del penitenziario acquisisce ed esamina gli esami diagnostici effettuati nel carcere, per condividerli con un reparto ospedaliero specialistico attraverso l'utilizzo di un apparato di videoconferenza, dove lo specialista supporta il collega da remoto nell'eventuale formulazione della diagnosi e per la definizione della necessaria strategia terapeutica.

Abbiamo bisogno più che mai di interventi concreti, che affrontino gli sterminati bisogni della vita quotidiana in carcere, a cominciare da quello della salute, il più impellente in questo tempo di pandemia” – ha detto la Ministra della Giustizia, Marta Cartabia. “Concretezza e valori costituzionali: questa è la cifra del progetto di telemedicina, che da questo punto di vista anticipa lo stile del lavoro svolto dalla Commissione ministeriale per l’innovazione del sistema penitenziario, che sta terminando i suoi lavori. La condizione di detenzione rende, di fatto, la tutela della salute assai difficoltosa. La telemedicina – aggiunge la Guardasigilli - diventa così preziosa, nel realizzare i dettami dell’art. 3 della Costituzione che prevede come compito della Repubblica di «rimuovere gli ostacoli» che di fatto impediscono la piena realizzazione dei valori costituzionali. Curare il corpo e la mente di chi vive in carcere è la condizione, perché la detenzione assolva alla sua funzione di rieducazione".

“Oggi diamo l’avvio a un modello nuovo di sanità – ha dichiarato il presidente della Regione Lazio, Nicola Zingaretti -. Dal Polo penitenziario di Rebibbia, il più grande d’Italia e uno dei più grandi d’Europa, parte un progetto innovativo che avrà impatti positivi da subito nella gestione dei problemi di salute dei pazienti detenuti e che sarà possibile replicare nelle altre strutture detentive del Lazio. Con la Asl Roma 2 – prosegue Zingaretti - facciamo partire percorsi di cura individuali per i pazienti detenuti, attraverso televisite, teleconsulti, telerefertazioni e telemonitoraggio superando le criticità logistico-organizzative che caratterizzano da sempre l’assistenza sanitaria in questi luoghi. È bello e importante che proprio qui a Rebibbia nasca un pezzo della sanità del futuro e un nuovo modello di garanzia del diritto alla salute delle persone. Ringrazio molto – conclude il Presidente Zingaretti - l’Asl Roma 2, l’istituto penitenziario di Rebibbia e il Dipartimento dell’Amministrazione Penitenziaria per questo nuovo passo in avanti nel rispetto dei diritti civili e del diritto alla salute di chi è privato della libertà personale”.

La telemedicina è oggi uno strumento utilissimo che consente di collegare telematicamente due postazioni sanitarie, uno strumento che garantisce la presenza anche a distanza di un medico specialista che riceve in tempo reale dati sanitari strumentali.

Grazie all’introduzione in carcere dei dispositivi di telemonitoraggio e della piattaforma software per i servizi di teleassistenza, teleconsulto e telecooperazione sanitaria, è possibile realizzare esami diagnostici a distanza, realizzare percorsi di monitoraggio personalizzati dei pazienti e gestione dei piani di cura, riducendo i tempi di attesa, migliorando le prestazioni e abbattendo i costi dei trasferimenti all'esterno, nonché del personale di scorta e di piantonamento. La ASL Roma 2, insieme agli Istituti Penitenziari di Rebibbia, ha ritenuto fondamentalmente sfruttare le opportunità offerte dalle più moderne tecnologie informatiche che consentono la gestione di una parte delle attività sanitarie, attualmente erogate in telemedicina. Il nuovo servizio andrà ad affiancare i servizi già presenti nella Casa circondariale dove è assicurata la presenza medica e infermieristica con un’articolazione delle attività sanitarie dalle 12 ore e fino alle 24 ore per 365 giorni l’anno.

Tematica: Giunta regionale

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